26 marzo 2013

Divorzio felice


via amy rice

Ossimòro (alla greca ossìmoro) s. m. [dal gr. ὀξύμωρον, comp. di ὀξύς «acuto» e μωρός «stupido», con allusione al contrasto logico]. – Figura retorica consistente nell’accostare nella medesima locuzione parole che esprimono concetti contrarî: lat. concordia discors, festina lente, strenua inertia; ital. una lucida pazzia, un silenzio eloquente, tacito tumulto, ghiaccio bollente...(*)

Divorzio felice.

Non parlo certamente degli stati d'animo e delle emozioni, tutt'altro che positive, che attraversano i cuori delle persone coinvolte, ma piuttosto della possibilità di giungere ad un accordo di separazione o di divorzio collaborativo.

Nella mia esperienza professionale, anche quando i coniugi decidono consensualmente di separarsi, o arrivano all'accordo dopo estenuanti trattative non esenti da colpi bassi di qualunque specie, anche in danno ai figli, o vi arrivano in maniera talmente frettolosa che una volta ottenuta l'ordinanza del Tribunale, incominciano altri guai!

La procedura collaborativa, nata in America negli anni '90 e già diffusa in Europa (Germania, Francia e Regno Unito), prevede che la coppia firmi un patto di partecipazione con il quale ciascun coniuge si impegna a non nascondere alcuna informazione utile al fine di giungere ad un accordo di separazione/divorzio che risponda il più possibile agli interessi ed ai bisogni di entrambi.

Per arrivare a tale accordo la coppia si avvale della consulenza di avvocati, commercialisti e psicologi, che hanno seguito un apposito training.   

Tenuto conto delle conseguenze traumatiche che una separazione porta con sè, tenuto conto che i soggetti coinvolti non si limitano ad essere i due coniugi, ma il fallimento del matrimonio investe inevitabilmente i figli e, in una certa misura, anche le rispettive famiglie d'origine, è auspicabile che tali tecniche di mediazione prendano sempre più piede anche nel nostro Paese, affinché, nonostante la locuzione "divorzio felice" resterà pur sempre un ossimoro, questa dolorosa esperienza possa almeno essere vissuta da persone civili e responsabili.

via amy rice

Scusate se mi sono dilungata un po' in questo post, ma si tratta di un tema che mi sta molto a cuore.
Vi lascio di seguito alcuni link utili per un eventuale approfondimento:

Per il titolo del post ho preso spunto da questo articolo



25 marzo 2013

Processo Civile Telematico

Se per vostra sfortuna, doveste trovarvi a qualsiasi ora di una qualunque mattina al Tribunale di Genova, undicesimo piano, a passare davanti l'ufficio di iscrizione a ruolo (in pratica l'ufficio dove si deposita il proprio fascicolo per instaurare una causa), trovereste sicuramente un considerevole assembramento di avvocati in attesa, sfiniti dalla noia...

via couleurdel-eau.tumblr.com


Ma perché?
... mi chiedo ogni volta che passo di lì, quando appena svoltato l'angolo, qualche porta più in là, c'è una microscopica stanza dotata di cancelliera che, data una rapida scorsa al fascicolo, con un lettore ottico inserisce tutti i dati della nota di iscrizione e vi manda in pace con tanto di benedizione, il tutto in circa cinque minuti scarsi?

Tutto questo per dire che nonostante il Tribunale di Genova sia piuttosto all'avanguardia in quanto a processo telematico e innovazione tecnologica, gli avvocati purtroppo non si dimostrano altrettanto pronti!

E allora, facciamolo questo sforzo!
via louboosandshoes.blogspot.com
Convinciamoci che Polisweb, la nota di iscrizione telematica ed applicazioni per lo smartphone come iGiustizia, che consente di accedere, direttamente dal proprio telefonino, ai registri civili degli Uffici Giudiziari di Corte d’Appello, Tribunale Ordinario e Giudici di Pace per cercare notizie relative ai propri fascicoli di causa, non solo sono facili e intuitive da utilizzare, ma altresì permettono all'avvocato di risparmiare tempo e inutili code davanti alle cancellerie, nonché di offrire al cliente un servizio migliore, più rapido ed efficiente.

Ci proviamo?!